sabato 19 settembre 2009

Ellenizzazione del cristianesimo II

Nel secondo intervento del convegno dell'ABI, si ascolta una relazione di Romano Penna (forse il maggiore esperto italiano di Paolo) sul tema della grecita' di Gesu'. La relazione di Penna e' molto ricca di informazioni, anche se certo non spicca per originalita', e si inserisce all'interno di un dibattito che va per la maggiore in questi anni qui in Nord America (e' interessante vedere come anche un convegno tutto italiano e molto cattolico come questo, in fondo prenda spunto in gran parte dalle discussioni americane).
Penna vuole dimostrare che Gesu' non fu minimamente influenzato dal pensiero e dalle usanze greche. Questa e' una reazione a una proposta, formulata da alcuni studiosi negli anni '80, secondo la quale l'attivita' di Gesu' sarebbe stata simile a quella dei filosofi cinici (l'esempio piu' famoso e' quello di Diogene, noto perche' viveva in una botte e per altre stramberie). Questo e' stato sostenuto, fra gli altri, da John Dominic Crossan e la cosa ha suscitato non poche controversie, perche' si e' detto (un po' superficialmente , in verita') che Crossan voleva staccare Gesu' dal giudaismo per farlo diventare un allievo di Socrate. L'accusa di anti-giudaismo oggi non e' da prendere alla leggera e infatti tutti ora, come in una specie di routine, criticano l'ipotesi "cinica", senza molto guardare al nocciolo del problema.
Spesso, si dice che Gesu' non ha potuto essere influenzato dall'ellenismo, perche' la Galilea non era parte dell'impero romano, ma era invece il piccolo regno personale lasciato a Erode Antipa. E' opportuno ricordare che Erode fonda ben due citta' (un'azione tipicamente ellenistica) in Galilea, Tiberiade, in onore dell'imperatore Tiberio, e Sefforis, a pochi chilometri da Nazaret in onore di Augusto. Penna, tuttavia, snocciola una serie di dati da cui si capisce che anche questi centri non potevano essere greci, perche' non vi sono state trovate iscrizioni in greco, le monete coniate da Erode non hanno immagini umane, ma solo simboli ebraici e cosi' via.
Il discorso di Penna e' molto preciso, ma e' il metodo che e' discutibile: le scoperte archeologiche, da sole, non ci dicono nulla, sono lettera morta. Devono essere inserite in un modello esplicativo per avere un significato: Penna parte dal presupposto che si possano distinguere con precisione due entita', che chiama "giudaismo" ed "ellenismo". Personalmente, preferisco pensare che questa distinzione netta non sia mai esistita, ma che tutti nel primo secolo dopo Cristo in terra d'Israele fossero ellenizzati, con infinite gradazioni. Lo schema scelto da Penna si rivela insufficiente a spiegare molti dati: per esempio, proprio oggi, l'Agenzia Archeologica Israeliana ha annunciato che a Tiberiade e' stato portato alla luce un teatro, fatto costruire da Erode, di stile greco-romano che poteva ospitare 7000 spettatori. Gli stessi archeologi non si capacitano di come una citta' cosi' "giudaica" potesse avere qualcosa di cosi' "pagano": a questo punto potremmo immaginare il giovane Gesu' che se ne va in serata a Tiberiade per vedere la Medea di Euripide.

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